Il mondo del vino ama il dibattito, anche la controversia… Quindi, quando tutti sono d’accordo su un argomento, bisogna essere pronti a segnalarlo! Questo è il caso qui. Vignaioli, enologi e sommelier vi diranno, all’unisono, che il formato migliore per conservare un vino è il magnum.
In queste bottiglie da 1,5 litri il vino attraversa il tempo più facilmente e si evolve in modo diverso, acquisendo maggiore complessità rispetto a una bottiglia da 0,75 cl. Un dato accertato, ma che solleva interrogativi. Perché questi profili diversi, quando il prodotto base è lo stesso?
La causa è relativamente semplice e può essere riassunta in una sola parola: ossigeno.
Per capirlo dobbiamo tornare alle origini. Dopo la fermentazione, la materia prima che è il vino primeur non è al massimo delle sue potenzialità. Solo il contatto con l’ossigeno, che a sua volta provoca una serie di fenomeni chimici, può rivelare la bevanda e affinarla. Si sta riproducendo. Ma c’è una sottigliezza, e non meno importante: il successo di questo allevamento dipende interamente dalla velocità di ossigenazione.
Il contatto diretto e brutale con l’ossigeno distrugge il vino, che diventa, nella migliore delle ipotesi, aceto. Ma il contatto graduale ti consente di trarne il massimo. È come con il calore: bruciate una carne di manzo a 2000 gradi per qualche minuto e otterrete della carbonella. Cuocete a 90° per ore e otterrete una carne più gustosa. Si comprende allora l’interesse della botte di rovere: le cellule del legno rilasciano piccole quantità di ossigeno, permettendo al vino di maturare secondo i propri ritmi.
Il che ci porta al nostro argomento originale del magnum. Una volta in bottiglia, il vino continua ad invecchiare grazie alle microquantità di ossigeno che attraversano il tappo. Tuttavia, il tappo di una bottiglia classica o di una magnum ha le stesse dimensioni e lascia passare altrettanto ossigeno, anche se la quantità di vino è diversa. Il vino magnum, da 1,5 litri, ossigena più lentamente, quindi in modo più armonioso.
Un fenomeno di cui tenere conto quando si propone un vino destinato a un lungo invecchiamento, come regalo di nascita…